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2 СтраницаGabrielle Quegli occhi intensi mi seguirono durante tutta l’esibizione. Non avevo idea di che colore fossero, ma riconoscevo la loro potenza e la loro intensità. Mentre cantavo, quello sguardo mi faceva tremare tutto il corpo e risvegliava in me sensazioni intense, lasciandomi un po’ confusa. Quando Rod suonò le ultime note, tutto il ristorante applaudì con entusiasmo, così entrambi raggiungemmo la parte anteriore del palco per ringraziare il pubblico. Louie si avvicinò per aiutarmi a scendere i gradini, pronto a farmi fare il giro della stanza. “Sei stata fantastica, bellezza”, disse, con un’espressione di assoluta soddisfazione in volto. Camminammo tra i tavoli del ristorante, fermandoci occasionalmente per accettare le congratulazioni e i commenti di ammirazione dei clienti. Nonostante cercassi di prestare attenzione a ogni persona che ci tratteneva, venivo distratta dalla sensazione del suo sguardo sulla mia schiena. Il mio corpo vibrava per la voglia di avvicinarsi a lui e scoprire se quell’attrazione fosse reale o me la stessi solo immaginando. Facemmo il giro della stanza, fino a quando giungemmo nell’ala destra del ristorante, dove lui era seduto a un tavolo insieme a un altro ragazzo dallo sguardo più tranquillo. Era bellissimo. Una parola forse troppo delicata per descriverlo, come se stessi paragonando un leone a un gattino. Quell’uomo non era affatto delicato, anzi, era forte, potente, con un sorriso sensazionale; era il desiderio in abito elegante, il quale, probabilmente, costava così tanto che non sarebbero bastati due mesi del mio stipendio per pagarlo. Guai. Quell’uomo era portatore di guai. “Damien, amico mio, era da tempo che non ti vedevo qui. Spero che non ti sia stancato della cucina del mio chef.” Damien. Anche il nome era uno di quelli sensuali che ti facevano arrotolare la lingua. Quando distolse lo sguardo da me per concentrarsi su Louie e cominciare a parlare, ero stordita. Nessuno mi aveva mai attirato in quel modo. “Assolutamente no, Louie. Sai bene che il Richmont è il mio ristorante preferito”, disse, poi rivolse lo sguardo di nuovo su di me, “Ora come non mai”. Sorrise e i suoi occhi, che scoprii essere neri come la notte, mi guardarono con malizia e desiderio. Louie scoppiò a ridere, mentre io mi limitai a un sorriso. Non sapevo perché fossi così frastornata dalla potenza della sua mascolinità, né perché mi sentissi in quel modo per la prima volta in vita mia. Avevo sentito le persone parlare della potenza della passione al primo sguardo, specialmente nei film, ma non avrei mai creduto che potesse accadere davvero. Per lo meno, non a me, una persona con una vita troppo ordinaria. Se davvero esisteva l’attrazione a prima vista, avrebbe dovuto essere con una donna più affascinante, esperta, abituata ad avere una vasta varietà di amanti. Di certo non una come me. Louie mi prese la mano e disse: “Vorrei presentarvi il mio rarissimo gioiello”. Damien fece un sorrisetto. “L’avete sentita cantare, quindi sarete d’accordo con me”. Lui annuì velocemente, i suoi occhi ancora fissi nei miei. “Lei è Gabby Clark”, continuò Louie. “Gabby da Gabriela?” domandò, porgendomi la mano. “Gabrielle”, mormorai. Nel momento in cui le nostre mani si toccarono, delle piccole scariche elettriche mi attraversarono il corpo. Poteva essere solo la mia immaginazione? “Gabrielle”, ripeté, sollevando la mia mano per portarla alle labbra. Quel sussurro mi fece immediatamente pensare a come sarebbe stato sentirlo all’orecchio, in una stanza buia; poi, il tocco delle sue labbra sulla mia mano mi lasciò senza parole. Cosa mi stava succedendo? “È un piacere conoscerla, Gabrielle.” Il mio nome uscì dalle sue labbra come una lenta carezza concessa in una stanza buia. Sentii le guance arrossire e il viso avvampare. Nella mente mi si affollavano pensieri riguardanti quell’uomo sconosciuto. Non ero il tipo di ragazza che si lasciava coinvolgere nelle relazioni, anzi, cercavo di evitare i sentimenti, perché sapevo, per esperienza personale, quanto fosse doloroso l’amore. L’uomo sorrise, poi si rivolse all’amico, il quale di trovava al suo fianco. Avevo perso totalmente la cognizione delle persone attorno a me. “Questo è Michael Stern”, disse, presentandomelo. Michael era amichevole e molto attraente, ma non quanto Damien. In effetti, non avevo mai incontrato un uomo come lui. “È un piacere conoscerla, Gabby”, disse, utilizzando il mio soprannome. Io sorrisi, stringendogli la mano. Sentivo ancora il peso dello sguardo di Damien su di me. Dopo di che, Louie portò la loro attenzione al vino che era stato servito loro, il che mi fece tirare un sospiro di sollievo, dato che lo sguardo di Damien si spostò sul mio capo. Tutta quell’intensità mi aveva messo a disagio. Mentre la conversazione riguardante le varie annate del vino e delle uve proseguiva, io mi guardai attorno, cercando di ritrovare il mio equilibrio. Avanti, Gabby. Devi rimanere concentrata… I miei pensieri furono interrotti da Michael. “Perdonatemi, ma devo rispondere al telefono”, disse, mentre il suo sguardo si rattristava alla vista del numero che appariva sulla schermata. “Non c’è alcun problema, Michael”, disse Damien, mentre io mi limitai ad annuire. Michael si scusò di nuovo e si allontanò in direzione dell’uscita con il telefono già all’orecchio. Damien e Louie ripresero a parlare del vino, quando Max, il maitre, li interruppe. “Mi scusi, Louie. Scusi, Signor Callaughan”, disse. “C’è un’emergenza in cucina, Meg ha bisogno di lei”. Meg era la nuova cameriera. Confondeva ancora i piatti, i tavoli e gli ordini, così, di tanto in tanto, Louie doveva accorrere in cucina da lei. “Vada pure, Louie, ci penso io a intrattenere la signorina.” Louie guardò me, poi Damien. “È sicuro?” domandò, come se immaginasse che qualcosa potesse andare storto mentre lui era via. “Certamente”, mormorò Damien. A quel punto non avevo altra alternativa che annuire. Non appena Louie lasciò la mia mano e si incamminò in direzione della cucina, seguito da Max, Damien si alzò in piedi e mi fece accomodare su una delle sedie. Era molto alto. Non ero una ragazza inesperta. Avevo avuto alcune relazioni in passato. Avevo perso la verginità sul sedile posteriore della Cadillac del padre di Ethan McGrew il giorno del diploma. Avevo già incontrato diversi tipi di uomini, specialmente i furfanti. Tuttavia, nonostante ciò, non sapevo come comportarmi di fronte a uno come Damien Callaughan. “Vuole mangiare qualcosa, Gabrielle?” domandò, il mio nome suonava molto sensuale detto da lui. “La ringrazio, Signor Callaughan, ma no, non ho molta fame”, risposi. “Può chiamarmi Gabby, come fanno tutti.” Nessuno mi chiamava Gabrielle. Mai. Lui annuì e chiamò un cameriere. “Ci porti un altro bicchiere di vino per la signorina e una tartare di salmone”, ordinò. Quando il cameriere si allontanò, si rivolse di nuovo a me. “È un piatto leggero, non ti appesantirà”. “Grazie, Signor Callaughan, ma non avevo pianificato di cenare con lei questa sera.” Fece un largo sorriso, che lo rese ancora più malizioso. “Questa non è proprio una cena. Mi sto semplicemente prendendo cura di lei mentre Louie risolve la sua emergenza in cucina”, i suoi occhi brillarono in maniera ancora più pericolosa. “In effetti io e lei ceneremo insieme domani sera”. Aprii la bocca, stupita. “Come?” “Domani sera, Gabrielle. Potrebbe andare bene alle 20? Devo segnarmi il suo indirizzo, di modo che possa passarla a prendere e…” Non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere. Che arrogante. Smise immediatamente di parlare. Sembrava confuso dalla mia risata improvvisa. “Perché sta ridendo…” “Non verrò a cena con lei, Signor Callaughan.” “Damien.” “Cosa?” “Damien. Se ceneremo insieme deve chiamarmi per nome”, il sorriso arrogante tornò. “Non ceneremo insieme”, ripetei, facendo una pausa teatrale, “Damien”. “E come mai?” “Non prendo ordini da uomini che pensano di essere la nuova moda di Parigi”, dissi. Lui rise al mio paragone. “Inoltre, non è il mio tipo”. Sulla mia fronte avrebbe dovuto comparire a caratteri cubitali la parola bugiarda. Gli occhi neri di Damien brillarono, sprezzanti. Era come se avessi sventolato una bandiera rossa di fronte a un toro. “Fa la difficile, vero, Gabrielle?” chiese, alzando un sopracciglio. All’improvviso, comparve Louie, interrompendo la conversazione. Non poteva capitare in un momento migliore. “Scusami, tesoro. Ci è voluto più del previsto”, disse. Dopo di che si rivolse a Damien. “Grazie di averla tenuta d’occhio, Damien. Ora, però, Gabby ha bisogno di riposarsi”. “Certamente, Louie”, replicò. “Il cibo era delizioso”. I due si scambiarono una stretta di mano e, quando Damien si voltò verso di me, prese la mia mano e mi attirò a lui, mormorandomi all’orecchio: “La prossima cena sarà tra di noi”. Damien Indimenticabile, ecco cosa sei… Non appena misi piede al Richmont, la voce morbida di Gabrielle colmò le mie orecchie. Come esattamente quattro settimane, cinque giorni e qualche ora prima, i miei occhi corsero subito a cercarla. Nat King Cole disse che la chiave del successo era il timbro di voce, il quale doveva essere sensuale, ma lei era indimenticabile e, allo stesso tempo, inafferrabile come nessun’altra donna. Da quando ci eravamo conosciuti, andavo al Richmont quasi ogni giorno per vederla, dato che non accettava nessuno dei miei inviti a cena, a teatro, ai concerti…a letto. A ogni suggerimento, lei rideva, i bellissimi occhi azzurri le si oscuravano e rifiutava. Non mi permetteva nemmeno di accompagnarla a casa al termine della serata. Era come se non mi volesse nella propria vita, fatto che mi risultava alquanto strano. Non avevo mai incontrato nessuno come lei: non sfruttava la sua bellezza e non cadeva tra le mie braccia alla più piccola persuasione. Cercavo di resistere alla tentazione di vederla ogni giorno, ma il suo sorriso misterioso, le battute intelligenti e i continui rifiuti mi intrigavano, anche se si trattava di calpestare la mia reputazione e il mio ego. Ciononostante, non ero ancora pronto a darmi per vinto. Lentamente, a ogni incontro, anche se si trattava di piccoli momenti durante l’intervallo tra una canzone e l’altra, scoprivo piccoli particolari della sua vita privata. Quella donna era più misteriosa di un investigatore privato sulle tracce di un caso di tradimento tra i ricchi e i famosi. Dopo molte pressioni, riuscii a scoprire che non aveva una famiglia e viveva da sola nei sobborghi di Raleigh. Nonostante fosse molto pericoloso per una donna camminare da sola a quell’ora di notte, anche se Raleigh non era certo New York, mi proibiva di accompagnarla e persino di seguirla, cosa che dimostrava la sua indole coraggiosa. Parlavamo delle tematiche più disparate, dalla politica, alle crisi di governo, all’ultimo reality che passava in televisione. In generale, era dolce con tutti, attenta con i più anziani e affascinante con i più giovani. Era amata da tutti i clienti del Richmont. Per quanto riguardava la bellezza…beh, era talmente bella che mi toglieva il respiro tutte le volte che quegli occhi azzurri mi guardavano, come in quel momento. Le feci l’occhiolino e mi diressi verso il solito tavolo, dove Louie venne a salutarmi. “Callaughan, quanto vuole per smettere di venire qui e tentare la mia miglior impiegata?” chiese, ed entrambi scoppiammo a ridere. “Non le basterebbe tutto l’oro del mondo”, risposi. L’unico ‘pagamento’ che avrei accettato sarebbe stata lei. Sul mio letto. Nient’altro. “Non si darà mai per vinto, vero?” domandò, sorridendo, ma non mi lasciò replicare. “Gabby è davvero una ragazza speciale per noi, sa? È come se facesse parte della nostra famiglia. Non ha nessuno che si occupi di lei, per cui qui al Richmont ce ne prendiamo cura. Non voglio che le faccia del male. Non è il tipo di donna desiderosa di compiacerla che è abituato ad avere.” Le sue parole mi colpirono come un pugno allo stomaco. Guardai in direzione del palco; era bellissima e con la sua voce cristallina aveva incantato tutti i clienti. Provavo un misto di desiderio, il più intenso che avessi mai provato, e qualcos’altro che non riuscivo a identificare. “Non le farò del male, Louie. Può starne certo.” E dicevo sul serio. Avevo trent’anni e non ero abituato a venire respinto da una donna. Facevano la coda per finire sul mio letto alla ricerca di quell’appagamento e quella protezione che il mio nome e i miei soldi potevano dare loro…anche solo temporaneamente. Dal canto mio, le cose erano perfette così com’erano. In tribunale ero conosciuto come Lo Squalo Callaughan; ero molto competitivo, egoista, esigente e assetato di potere. Dopotutto, erano i soldi che determinavano la posizione sociale di una persona all’interno della società. E senza una reputazione vincente impeccabile, un uomo non era nulla. “Lo spero, Callaughan”, disse Louie. Dopo di che, vide qualcuno fargli dei cenni, per cui si scusò e si accomiatò. Sapevo che a un certo punto avrei dovuto cambiare la mia vita, anche se di poco. Dopotutto, più si sale la scala del potere, più diventa necessario adattarsi agli standard imposti dalla società. Ero consapevole che un giorno avrei dovuto trovarmi una moglie. Preferibilmente una bella ragazza, con un’eredità di famiglia, che avrebbe saputo prendersi cura della casa e dei dipendenti, la padrona di casa perfetta per feste e cene, beneducata, gentile e che mi avrebbe dato due o tre figli da mostrare nelle foto di famiglia a fine anno. Non mi aspettavo amore o nessun’altro tipo di sentimenti. Solo rispetto e comprensione per possibili indiscrezioni, fatto molto comune nell’ambiente in cui vivevo. Quella donna non era decisamente Gabrielle. Lei era…beh, era una piccola deviazione incontrata lungo la strada. Una deviazione che prometteva piacere e seduzione. Dal primo momento in cui l’avevo vista sapevo che avrei dovuto averla. La fiamma tra di noi era intensa ed ero consapevole del fatto che quando l’avrei fatta mia, sarebbero scoppiati fuochi d’artificio. Generalmente, quando avevo a che fare con una donna, sapevo dal principio che non sarebbe durata a lungo. Due mesi…a volte tre. Quello era il mio massimo. Le conversazioni superficiali mi consumavano e il broncio pretenzioso mi urtava. Dopo qualche notte passata sul mio letto, la dipendenza emotiva giungeva al colmo. Dopo circa tre mesi, sognavano il matrimonio e il lieto fine, cosa che sarebbe successa solo una volta nella mia vita, con Miss Perfezione, una discendente della famiglia Quasi Regale e Molto Ricca, che si sarebbe unita a me per creare una vera dinastia di denaro e potere. Ma tutto ciò sarebbe accaduto in futuro. In quel momento, i miei istinti di caccia erano concentrati sulla bellissima donna che si trovava sul palco, i cui capelli biondi brillavano come oro. Un cameriere si avvicinò, pronto per l’ordinazione, così scelsi il Bourbon. Il ragazzo me lo portò velocemente. Presi un sorso, continuando a guardare il palco, gli occhi attenti a ogni suo movimento mentre l’alcol mi scaldava il petto. La sua voce era talmente dolce e sensuale che potevo starla ad ascoltare per tutta la notte. Era incredibile che una persona con quel timbro di voce non fosse su uno dei maggiori palcoscenici del paese, sebbene sapessi che l’industria dello spettacolo poteva essere crudele e molto difficile da conquistare, nonostante la sua voce fosse migliore di qualsiasi whisky che proponeva il locale. Quando lo spettacolo giunse al termine, chiamai il cameriere e ordinai una cena per due, come sempre. Non mi vergognavo di usare il suo buon cuore, il quale non poteva accettare che il cibo venisse sprecato mentre migliaia di persone morivano di fame, pur di godermi la sua compagnia durante la cena. In amore e in guerra tutto è lecito, era così che si diceva, giusto? Ero pronto a utilizzare tutte le mie risorse con Miss Seduzione, non solo per godermi il pasto accanto a lei, ma per averla sul mio letto. E ci sarei riuscito. Получить полную версию книги можно по ссылке - Здесь 7
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